Malasanità: come far valere i propri diritti e ottenere un risarcimento

intervento

La malasanità è un tema che tiene banco nel nostro paese. La percezione è infatti quella di un Sistema Sanitario in difficoltà, che fa fatica – per varie ragioni – a compiere il suo dovere, con tutto ciò che ne consegue per il servizio reso ai cittadini. I dati sono contrastanti in quanto, se da un lato la nostra sanità è riconosciuta come una delle migliori al mondo, dall’altro i numeri sui casi di malasanità, analizzati dalla prospettiva del paziente, pongono in essere qualche dubbio.

Ecco, dunque, che aspirare a un risarcimento, se ci si sente vittima di un errore, è una conseguenza quasi fisiologica. Tuttavia, il rapporto tra malasanità risarcimento e possibilità di ottenere una soddisfazione economica, è regolato da dinamiche complesse, spesso tutt’altro che intuitive. Qui di seguito approfondiamo l’argomento.

I numeri della malasanità

Secondo le statistiche ufficiali, le cause attualmente pendenti riguardanti la malasanità, ovvero intentate dai cittadini nei confronti di un ospedale, di una struttura sanitaria o di personale medico sono ben 320mila. Ogni anno, si aggiungono ben 34mila denunce. Sono numeri oggettivamente enormi, a tal punto che, se tutte le denunce portassero realmente a un risarcimento, servirebbero ben 2 miliardi di euro all’anno per soddisfarle.

In Europa, sia chiaro, non va meglio. Addirittura, il 23% degli europei dichiara di essere stato vittima di errori medici, di almeno un caso di malasanità. In generale, il 70% dichiara di temere che vengano prescritte terapie – specie farmacologiche – errate. Questo studio, va detto, è stato condotto su 5000 persone, ma il campione è stato ben selezionato, e ciò rende le risultanze piuttosto attendibili.

Quando si ottiene un risarcimento

Nello specifico, quando si ottiene un risarcimento? Quali sono le condizioni? Quali sono i casi più frequenti che generano in una richiesta di risarcimento? Rispondiamo in primis a quest’ultima domanda.

  • Infezione ospedaliera. E’ purtroppo un caso frequente. L’infezione ospedaliera può essere una fatalità che non dipende dal chirurgo e dal personale medico. Tuttavia, può essere cagionata da un’errata sterilizzazione degli strumenti. E’ proprio in questo caso che le possibilità di ottenere un risarcimento sono maggiori.
  • Diagnosi errata o tardiva. Altra eventualità tutt’altro che scontata. Ovviamente, non basta una diagnosi errata per giustificare un risarcimento. Piuttosto, si deve dimostrare che lo specialista fosse nelle condizioni di giungere alla diagnosi corretta e non lo ha fatto.
  • Somministrazione di sangue infetto. E’ un errore materiale che ha ben pochi scusanti, dunque è uno dei casi più emblematici di richiesta di risarcimento.
  • Errore materiale nell’esecuzione degli interventi chirurgici. Altro errore che ha ben poche scusanti e poche giustificazioni. Certo, vista la natura specialistica dell’attività, è abbastanza difficile da dimostrare.

Per quanto concerne le condizioni che portano realmente a godere di un risarcimento danni per malasanità, se ne contano almeno tre.

Il danno dev’essere reale. Ovvero, dev’essere dimostrabile, nonché corrispondente a un mutamento chiaro della condizione fisica. Insomma, il danno dev’essere biologico. Ciò ovviamente non esclude l’emergere di altre tipologie di danno, come quello morale (turbamento psichico non patologico).

Occorre avere delle prove concrete. Ovviamente, come in tutti i contenziosi civili e penali, si giunge al risultato solo se si è supportati da prove concrete. Vista l’oggettiva degli errori, spesso queste prove non sono difficili da trovare.

Occorre scegliere con cura lo studio legale. E’ bene affidarsi direttamente a uno studio legale, piuttosto che al singolo avvocato. Il motivo risiede nell’abbondanza e nella varietà di competenze necessarie a “vincere” una causa per risarcimento danni. Il consiglio, poi, è di rivolgersi solo a chi ha competenze specifiche sulla materia, e ne fa una delle sue attività principali.